Bile di montagna

Immagine dello striscione di Sos Geotermia
Sos Geotermia

Capita che salga la bile: leggi o senti qualcosa, che ti rimettono in moto tutte quelle cose che, negli anni, ha cacciato dentro perché c’è da sopravvivere. E allora fai il ragionevole, hai un figlio, una compagna, una casa, devi lavorare, campare per poi crepare e non sai manco perché.

Sabato 11 maggio sono andato alla manifestazione contro la Geotermia sul monte Amiata, ad Arcidosso. Quella Geotermia che è complice di quel 13% medio di morti di tumore in più, rispetto ai comuni limitrofi non geotermici e rispetto al resto della toscana, che toccano ai comuni che “ospitano” gli impianti dell’ENEL. ENEL che paga, ogni anno, qualche milione di euro di “compensazioni”, con cui si lava la coscienza – e si compra gli amministratori locali – proprio per la Geotermia.

Pochi giorni dopo, il 16 maggio, l’Unione dei comuni Amiatini, molti dei quali sono geotermici – e quindi hanno la loro doppia cifra di morti in più per tumore – hanno organizzato un incontro coi responsabili di Arpat e Ars, i centri di ricerca toscani che monitorano e studiano, tra le altre cose, proprio le questioni ambientali. A questo incontro c’erano anche molti attivisti del Coordinamento Sos Geotermia, che raccoglie molti di coloro che lottano, che da anni, questa mostruosità, e alla fine, coi loro interventi, sono riusciti a far ammettere ai signori dei centri di ricerca che NON c’è nessuna sicurezza sul fatto che la Geotermia NON sia responsabile di questo eccesso di mortalità. E quindi, dico io, secondo il Principio di precauzione, che è una legge Europea e dice, tra le altre cose:

al fine di proteggere l’ambiente, un approccio cautelativo dovrebbe essere ampiamente utilizzato dagli Stati in funzione delle proprie capacità. In caso di rischio di danno grave o irreversibile, l’assenza di una piena certezza scientifica non deve costituire un motivo per differire l’adozione di misure adeguate ed effettive, anche in rapporto ai costi, dirette a prevenire il degrado ambientale

prima di far lavorare un’attività che rischia di essere così pericolosa e dannosa, dovrebbe essere l’azienda produttrice, in questo caso l’ENEL (il cui azionista di maggioranza è un ministero della Repubblica italiana), ad assicurare in maniera inoppugnabile che la sua produzione non è dannosa. E invece no, siamo noi cittadini a dover portare queste prove, ribaltando completamente il Principio di precauzione, oltre che la logica.

Di fronte a tutto questo, che va avanti da anni con la complicità attiva ed esplicita delle amministrazioni locali, siano esse i comuni, la provincia e la regione – quindi il Pd, in primis, e i suoi alleati, che da queste parti significa Rifondazione comunista, SEL, i socialisti e via sinistrando – cosa ci offre la democratica stampa locale? Ecco un esempio su tutti, a cura dell’immensa Fiora Bonelli, colei che scrive dell’Amiata su “Il Tirreno“, del gruppo “La Repubblica“:

ARCIDOSSO L’incontro tenuto giovedì ad Arcidosso dai direttori di Ars e Arpat della regione Toscana, Francesco Cipriani e Marco Pellegrini ha illustrato lo stato dell’arte dell’Amiata geotermica: la salute del suo ambiente e quella dei suoi abitanti. Un’iniziativa istituzionale a cui hanno partecipato esponenti dei comitati antigeotermici, i quali alla fine hanno ribadito le loro convinzioni, intervenendo sia durante le relazioni che alla fine anche in modo acceso. Cipriani e Pellegrini hanno illustrato e commentato numeri e risultati di una ricerca seria e meticolosa. Alla fine, pare che non vi sia preoccupazione alcuna per l’ambiente e anzi si è detto che la qualità dell’aria dell’Amiata è la migliore della Toscana. Gli abbattitori Amis fanno la loro parte: «La rete delle centraline di qualità dell’aria di Enel Green Power è molto ampia ed è composta da 17 mezzi, che monitorano il parametro H2S. Questa rete fornisce una grande quantità di informazioni e copre praticamente tutti i centri abitati interessati dalle emissioni delle centrali geotermoelettriche. I valori di riferimento – ha detto Pellegrini- non sono mai stati superati». Per quel che riguarda gli studi epidemiologici effettuati su un ampio campione, Cipriani ha confermato che si consolida l’ipotesi che le emissioni geotermiche abbiano un ruolo marginale o assente negli eccessi delle malattie. Gli indizi rilevati fanno ipotizzare che le cause delle criticità sanitarie riscontrate nelle aree geotermiche, in particolare in quella amiatina, siano prevalentemente riconducibili a fattori occupazionali e di stili di vita, piuttosto che all’inquinamento ambientale o all’attività geotermica. È stato specificato, infatti, che in Amiata vi è fin dal 1970 una mortalità più alta rispetto al resto della Toscana, con dati rilevati in un periodo precedente, insomma, alla presenza di centrali geotermiche. Ed è stato evidenziato che da allora il disallineamento si sta riducendo. Fra l’altro vi sono malattie tumorali che non sono riconducibili all’influenza della geotermia e il cui eccesso si manifesta solo negli uomini e non nelle donne, il che lascerebbe supporre cause legate al lavoro o agli stili di vita. “La scienza neutrale di Arpat e Ars – commenta Emilio Landi, presidente della conferenza sindaci dell’Unione comuni Amiata grossetana, – ha fatto un grande lavoro, che conferma la nostra convinzione che la geotermia non è dannosa». Il confronto “medico-scientifico” fra esperti istituzionali e quelli degli ambientalisti sarà il 17 giugno. (fi.bo.)

In questo articolo c’è tutta una serie di menzogne enormi, a partire dalla cronaca della serata. In quell’occasione, infatti, i responsabili di ARS e ARPAT, esplicitamente interrogati, hanno NEGATO che

per quel che riguarda gli studi epidemiologici effettuati su un ampio campione, Cipriani ha confermato che si consolida l’ipotesi che le emissioni geotermiche abbiano un ruolo marginale o assente negli eccessi delle malattie.

E, tanto meno, che

gli indizi rilevati fanno ipotizzare che le cause delle criticità sanitarie riscontrate nelle aree geotermiche, in particolare in quella amiatina, siano prevalentemente riconducibili a fattori occupazionali e di stili di vita, piuttosto che all’inquinamento ambientale o all’attività geotermica

come dice la Bonelli. Anche perché proprio lo studio dell’ARS Toscana del 2010 (http://sosgeotermia.noblogs.org/files/2012/02/10_2010_rapporto_epidemiologico_ARS.zip) dimostra che NON possono essere gli stili di vita ad essere responsabili dell’eccesso di mortalità e per un semplice motivo: quell’eccesso c’è solo nei comuni geotermici. Nei confinanti comuni NON geotermici i valori di mortalità tornano nella norma italiana e toscana. Come mai? Ad Arcidosso si beve così tanto di più rispetto a Cinigiano (comune confinante, famoso per il suo vino DOC, il Montecucco)? E ancor di più a Castel del Piano – dove la mortalità in eccesso è del 19%, rispetto al confinante Montalcino, famoso per il Brunello? Ma fateci il piacere.

Ecco, questa è una delle situazioni in cui si trova il cittadino medio italiano, senza bisogno di andare nella (giustamente) famosa Val di Susa coi suoi NO TAV. Basta fare un salto sul Monte Amiata, al confine tra le provincie di Siena e Grosseto, governate dal Pci ed eredi fin dal lontano 1944, per scoprire che il rapporto istituzioni – cittadini è lo stesso: il sovrano fa e disfa, il cittadino sta zitto. L’unica possibilità d’azione è o lo scontro frontale, o farsi zerbino, come insegna l’insigne ex insegnante Fiora Bonelli.

Che fare? si chiedeva il pelato un centinaio di anni fa? Lottare, perché in queste condizioni arrendersi è uguale a morire, e non dico così per dire.

L’istinto disegna i contorni di fuoco e fiamme, sulle note del vecchio Manfredi:

 

E i mercanti di pornografia

faccia a faccia ai portatori

d’acqua santa

da una parte e dall’altra

dello specchio

si sono guardati

ed il boia ha chiamato a raccolta

poliziotti e trafficanti d’eroina

per festeggiare le nozze di Stato

un altro zingaro hanno impiccato

un altro zingaro hanno impiccato

Questo è lo Stato italiano, e non da ora. Quello Stato che oggi mette assieme Pd e Pdl, come ieri metteva assieme la Dc del mafioso Andreotti e il Pci del “santosubito” Berlinguer, proprio negli anni, seconda metà dei ’70, per cui il padrino Giulio è stato condannato dal tribunale di Palermo. Quegli stessi per cui il problema sono i movimenti – oggi la TAV, ieri l’Autonomia e la sinistra parlamentare in genere, a cui vengono sguinzagliati sempre gli stessi cani da guardia, Caselli su tutti.

Ecco, di fronte a questa gente, che per i suoi porci comodi, per il suo schifoso business, ti ammazza e ti avvelena senza pietà, e quando reagisci ti annichilisce – mediaticamente fin che può, con la repressione subito dopo, cosa vogliamo condividere? Come possono mai essere questi i nostri interlocutori, coloro cui andare a chiedere di cambiare le cose? Domande che, per me, sono assolutamente retoriche. Non possono essere questi i nostri interlocutori, così come non possono esserlo i loro alleati, per quanto si dipingano di “sinistra”.

I nostri interlocutori siamo noi, che dobbiamo tornare a prendere il nostro destino tra le mani, insieme, sostenendoci a vicenda, per costruire qualcosa di nuovo e diverso.

O perire.

‘AMIATA CALLING’: L’Amiata chiama! L’11 maggio una giornata di lotta in difesa della montagna

Manifesto di convocazione della manifestazione dell'11 maggio 2013
Amiata Calling!!

Mentre l’Enel continua a lavorare al cosiddetto ‘Piano di riassetto di Piancastagnaio’ e dopo gli annunci trionfalistici sull’apertura del cantiere per le due centrali di Bagnore4, il coordinamento SOS Geotermia si è riunito il 21 marzo us in assemblea pubblica, peraltro partecipatissima, che ha approvato la proposta di una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale da farsi il giorno 11 maggio prossimo.

Su impulso dei cittadini e dei comitati, SOS Geotermia ha redatto un appello nazionale, che riportiamo di seguito, a cui hanno già dato significativa adesione associazioni, gruppi, sindacati, sia nazionali, che regionali e territoriali.

Primo firmatario è Don Gallo che avevamo già incontrato e che ci aveva esortato ad essere ‘partigiani dell’Amiata e difendere la Terra’, seguono adesioni di rilievo nazionale come il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, promotore dei referendum vinti sulla ripubblicizzazione dell’acqua che continua nella battaglia, ma anche associazioni e sindacati nazionali, come il Forum Ambientalista, ATTAC, l’USB ed i Cobas; l’elenco è lungo e ‘qualificato’, contando che ancora non è avvenuto il lancio dell’iniziativa.

Da oggi lanciamo pubblicamente l’appello a tutte le associazioni, comitati, gruppi, partiti, ecc. invitandoli ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 maggio sull’Amiata.

Invitiamo tutti i cittadini dell’Amiata a partecipare al prossimo incontro che si terrà il 5 aprile e a collaborare con il coordinamento per la riuscita della giornata dell’11 maggio.

Di seguito l’appello:

IL MONTE AMIATA – la montagna sacra, cuore dell’Italia – DIVENTI IL CENTRO DA CUI RIPARTIRE PER LE LOTTE COMUNI

La geotermia sul monte Amiata non è né pulita, né rinnovabile, né innocua, come dimostrato dalle stesse ricerche effettuate dalla Agenzia Regionale di Sanità:

  • tonnellate di inquinanti fuoriescono dalle centrali geotermiche che concorrono a contaminare aria, terreno e falde ed entrano nel ciclo alimentare fino all’uomo;
  • incremento della mortalità rispetto alle aree limitrofe e al resto della Toscana con un aumento statisticamente significativo del +13% per gli uomini e altre gravi patologie;
  • depauperamento e inquinamento -soprattutto da arsenico- del bacino idropotabile amiatino con il rischio concreto della sua scomparsa e/o impossibilità per l’uso potabile;
  • Diciamo basta alle centrali geotermiche Enel in Amiata, ma anche alle possibili future autorizzazioni ad altre compagnie!

FERMIAMOLI ORA, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI!

MORATORIA IMMEDIATA DI TUTTA L’ATTIVITA’ GEOTERMICA IN AMIATA!

L’11 MAGGIO 2013 TUTTI IN AMIATA

PER UNA GIORNATA NAZIONALE DI MOBILITAZIONE

A DIFESA DELLA NOSTRA TERRA

Questo il programma della giornata:

  •  dalle 10,30 alle 12,30 ad Arcidosso (GR) in Piazza Indipendenza: L’Amiata accoglie i comitati, assemblea/incontro in piazza;
  • alle 14,00 in Località Aiuole, a pochi km tra Arcidosso e S.Fiora, Concentramento e Corteo fino al cantiere della centrale geotermica di Bagnore 4;
  •  

    dalle 16,30 ad Arcidosso (GR) in Piazza Indipendenza, Manifestazione/Assemblea con interventi e testimonianze sulle varie esperienze di lotta dei comitati e associazioni partecipanti;

  • dalle ore 18,00: Festa e musica in piazza.

SCARICA LA LOCANDINA IN FORMATO A3 (colori e bianco/nero, file zippato 11,6 Mb) oppure in FORMATO A4 (colori e bianco/nero, file zippato 5,6 Mb)

30 anni di Sabra e Shatila

Immagine di bambini assassinati a Sabra e Shatila
Bimbi di Sabra e Shatila

Quello che trovammo nel campo palestinese di Shatila alle dieci di mattina del 18 settembre 1982 non era indescrivibile, ma sarebbe stato più facile da raccontare nella fredda prosa scientifica di un esame medico. C’erano già stati massacri in Libano, ma raramente di quelle proporzioni e mai sotto gli occhi di un esercito regolare e presumibilmente disciplinato. Nell’odio e nel panico della battaglia, in quel paese erano state uccise decine di migliaia di persone. Ma quei civili, a centinaia, erano tutti disarmati. Era stato uno sterminio di massa, un’atrocità, un episodio – con quanta facilità usavamo la parola «episodio» in Libano – che andava ben oltre quella che in altre circostanze gli israeliani avrebbero definito una strage terroristica. Era stato un crimine di guerra.

Così si legge in un articolo pubblicato ieri da Globalist.it di Robert Fisk sulla strage di 30 anni fa nel campo profughi palestinese di Sabra e Shatila.

Una strage, un crimine contro l’umanità, di cui è responsabile Israele e Ariel Sharon, a quel tempo ministro della difesa di Israele, che fu l’architetto dell’invasione del Libano, ma per cui nessuno, ad oggi, è stato incriminato e giudicato.

Quando sento parlare di “giustizia internazionale” non posso fare a meno aprire, sul mio pc, la cartella “Immagini” e di andare in quella che si chiama “Sabra e Shatila”, per rinfrescarmi la memoria.

Facciamolo insieme:

Cosa ci insegnano i processi su Genova 2001

Logo della campagna 10x100In questi giorni sono arrivati a compimento due importanti processi relativi ai noti fatti di Genova 2001.

Nel primo la Cassazione ha condannato in via definitiva alcuni alti dirigenti della polizia italiana per la “macelleria messicana” della scuola Diaz.
Nel secondo sempre la Cassazione ha condannato in via definitiva una decina di manifestanti per “devastazione e saccheggio”, relativa agli scontri del 20 e del 21 luglio di quell’anno.

Giustizia è fatta, si dirà: la democrazia ha punito chi ha sbagliato, da una parte e dall’altra, senza guardare in faccia nessuno.

Peccato che andando a guardare un po’ più da vicino ci si accorge che le cose non stanno proprio così. Vediamo perché:

Foto degli effetti dell'irruzione della polizia nella scuola Diaz il 21 luglio 2001il 21 luglio 2001 alla scuola Diaz (consiglio la visione del bel documentario “Back block“, che a parte il titolo sbagliato è un ottimo punto di partenza per capire cosa è successo quella notte alla Diaz) qualche decina di persone è stata brutalizzata per una mezzora dalle Forze dell’Ordine, per poi essere portati in ospedale quelli che proprio rischiavano la vita (tipo gente col polmone perforato dalle costole spezzate dai calci dei poliziotti, per dire), gli altri deportati alla caserma di Bolzaneto per sparire per 4 giorni ed essere liberamente torturati, senza contatti con avvocati, familiari o conoscenti.

Per tutto questo i funzionari dello Stato sono stati condannati a qualche mese di carcere, che non hanno mai fatto, e all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Qualcuno è già andato in pensione, quindi non rischia nulla, degli altri si vedrà, visto che condanne del genere sono già state emesse ma nessun provvedimento è mai stato realmente preso.

Foto dell'attacco dei carabinieri al corteo autorizzato delle tute biancheIl 20 luglio, invece, tutti i cortei autorizzati vennero caricati e repressi violentemente, con vari gradi di reazione: dal nulla al riot pesante e prolungato. Durante quella giornata venne assassinato il ventenne Carlo Giuliani e il presunto assassino, il carabiniere Placanica è stato assolto per legittima difesa.

Una decina di manifestanti fu poi individuata, e settimana scorsa è arrivata la sentenza della Cassazione, per cui costoro sono stati condannati a pene che vanno dai 6 ai 14 anni di carcere. Per aver lanciato sassi, bottiglie incendiarie, per aver sfasciato vetrine e locali di banche, benzinai etc etc.

Più o meno questi i fatti. Non ho tanta voglia di mettermi a fare il filosofo della politica, che non ne ho gli strumenti e la voglia. Voglio solo dare sfogo alla bile che mi è salita settimana scorsa e che ancora è lì.

Logo della campagna "Turnoff G8" del 2001Io a Genova non volevo andare: con vari compagn@ si propose di mandare affanculo tutti lor signori e di fare un bel rave di 3 giorni a Varazze. Nessuno ci cacò, e alla fine molti di noi non resistettero al richiamo della foresta, al fatto che a Genova c’erano tanti fratelli e sorelle, e ci trovammo tra le mura del Media Center a fare Indymedia, Radio GAP, a tirare sassi e sfasciare vetrine. Stare a Varazze sarebbe stato molto più sensato, divertente, utile e Carlo sarebbe ancora vivo (porcoddio).

Genova quindi avrebbe dovuto insegnarci a non cadere in certe trappole, di non andare più a scontrarsi col Potere direttamente, perché non serve, non costruisci nulla e loro sono più forti e cattivi e ti fanno parecchio male. Ma il 15 ottobre dell’anno scorso a Roma dimostra che abbiamo ancora tanto da capire, e che la storia non insegna una sega.

Ora, però, mi chiedo: alla prossima manifestazione, magari non a Roma sotto i palazzi del Potere (di cui non me ne fotte una bella sega e dove non andrò mai più), ma magari a casa mia, nel mio territorio dove lotto, chessò, contro la costruzione di una linea ferroviaria inutile e dannosa ma che fa fare tanti soldi ai soliti noti; o contro centrali finte rinnovabili che ti fanno morire di tumore; se in queste situazioni, durante queste lotte, mi trovassi a dovermi scontrare contro i servi del potere, i vari sbirri che sempre arrivano per servire lo Stato, cosa mi conviene fare?

Tirargli un sasso e rischiare 14 anni da gabbio?

1991 Batti il tuo tempo. Il documentario sulle posse a Roma

Copertina del disco degli Onda Rossa Posse

Il 1989 non è solo “il crollo del Muro di Berlino”, ma è anche la fine degli anni ’80. E se dal tetto del Leoncavallo di Milano i compagni rispondono allo sgombero con sassi e bottiglie, a Roma i compagni escono con una bomba culturale: Onda Rossa Posse, “Batti il tuo tempo”, se non il primo sicuramente il più importante pezzo hip-hop “politico” in italiano. Un pezzo che è storia, che racconta quello che succede nei centri sociali di seconda generazione dei primi anni novanta.

1990, una pantera si aggira per le strade di Roma. Non si sa se è vero, ma sicuramente è vero quello che succede nelle università da nord a sud dello stivale: è la Pantera, un movimento come non se ne vedevano dagli anni ’70, che torna a contestare radicalmente lo stato di cose presenti.

Tutto questo e molto più e l’inizio di un ciclo che finirà nel sangue a Genova nel luglio del 2001. Ed è in parte raccontato da questo bel video. Per non dimenticare.

http://video.google.com/videoplay?docid=5205310292464317394

Noi

Poster del Leoncavallo, 1989, Quando ci vuole ci vuole

“[Anni ’90] Si andava affermando la seconda generazione dei centri sociali, quella nata dentro i luoghi già occupati. Con una preparazione e una qualità sovversiva subliminale. Istintiva. Con una comunicazione che si basava su gesti e corpi e non sull’espressione di un pensiero compiuto. Con un’identità che si nutriva di comportamenti immediati più che di consapevolezza. E questo non vuol dire superficialità, vuol dire una visione della vita a partire da sé. Vuol dire mettere al centro bisogni e desideri primari e non i grandi ideali. Una generazione che non poneva come obbiettivo, nemmeno nel luogo periodo, una prospettiva politica di presa del potere. Lo combatteva e punto”. Militant A, Storie di Assalti Frontali, 1997, pag. 47

Emissioni geotermiche e salute in Toscana: la fine di una favola

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Coordinamento Sos Geotermia

Al VII Congresso Nazionale di Medicina Democratica, svoltosi a Milano dal 16 al 18 febbraio 2012, è stato presentato dall’epidemiologo dott. Valerio Gennaro dell’Istituto Tumori di Genova una relazione, di cui si può leggere la sintesi sotto, che conferma la realtà preoccupante segnalata dallo studio sulla salute delle popolazioni residenti nei comuni geotermici dell’Amiata, tra le provincie di Grosseto e Siena.

Emissioni geotermiche e salute in Toscana: la fine di una favola

Premessa: Chi sente parlare di geotermia associa questo tipo di energia a qualcosa di ecologico, rinnovabile e pulito. In Toscana si assiste invece a emissioni di arsenico, acido solfidrico, antimonio, boro, mercurio, ecc. con conseguenze negative per l’economia, l’ambiente e la salute umana. Dopo circa quaranta anni l’Agenzia Regionale Salute della regione Toscana (ARS), su pressione della popolazione, ha pubblicato uno studio epidemiologico  dove gli eccessi di malattia e mortalità vengono sbrigativamente attribuiti a “stili di vita sbagliati”. Noi abbiamo riesaminato criticamente lo studio ARS cercando di vedere se questi inquinanti potevano essere associati a danni all’ambiente ed alla salute umana della popolazione esposta alla geotermia.

Materiali e Metodi: Lo studio ARS valuta lo stato di salute delle popolazioni geotermiche delle province di Pisa, Siena e Grosseto rispetto ai comuni limitrofi nel raggio di 50 chilometri. Analizza lo stato di salute dal 1980 al 2006 utilizzando i dati regionali di sanità. Divide il territorio esposto in due zone: zona geotermica Nord (zona di Larderello, Pisa) e zona geotermica Sud (zona Monte Amiata, Siena e Grosseto).

Risultati: Pagina 162 (“Considerazioni sui risultati delle analisi della mortalità”): “L’uso della mortalità del periodo 2000-2006 come descrittore dello stato di salute della popolazione è ragionevolmente giustificata dal fatto che tale periodo è sufficientemente distante dall’entrata in funzione della maggior parte degli impianti geotermici (anni ‘80), ed anche in ragione del tempo d’induzione-latenza della maggior parte dei tumori e delle malattie croniche. Negli uomini la mortalità generale osservata nell’intera area geotermica mostra un eccesso statisticamente significativo rispetto sia a riferimento locale sia al riferimento regionale.” Tabella 6.1.1(pag. 80): stima un eccesso di mortalità (rispetto al valore atteso) di 99 casi (+131 nei maschi e -32 nelle femmine); ciò equivale a 14 decessi all’anno in più in tutta l’area geotermica (dato confermato Ass. Bramerini, 28 dicembre 2010). Questo valore sale a 171 negli anni 2000-2006 nella zona geotermica Amiatina. Grafico (pag. 81): conferma che la mortalità generale dell’Area Sud risultava più elevata fino al 1979, quando l’attività geotermica non era ancora del tutto sviluppata e quindi gli eccessi di mortalità erano da imputarsi alla pregressa attività mineraria locale. Nei decenni successivi la mortalità generale è aumenta in tutta l’area Sud ed in modo statisticamente significativo; di conseguenza, essendo negli ultimi anni ridotto l’effetto dello sfruttamento minerario è evidente che tali eccessi vadano attribuiti ad altre cause e non in “stili di vita”. La letteratura scientifica internazionale dimostra che lo stile di vita influenza in modo chiaro la mortalità e l’incidenza delle patologie cardiovascolari, patologie che invece nella zona geotermica sud sono in netto calo. Pag. 88 (“analisi di tutti i tumori”): si evince un aumento statisticamente significativo nel complesso dei tumori negli ultimi sette anni presi in considerazione, aumento non più attribuibile all’attività mineraria per i motivi detti sopra. Allegato 6 (“Risultati staticamente significativi delle analisi di correlazione geografica tra dati ambientali e dati sanitari”): si riconoscono patologie e mortalità in alcune zone delle aree geotermiche in relazione alle concentrazioni degli inquinanti presenti in quelle zone ma non si specificano i comuni presenti nei percentili.

Conclusioni: Per capire le cause ed interrompere gli eccessi di mortalità e le patologie riscontrate nelle differenti comunità locali, le popolazioni, gli amministratori e la comunità scientifica devono analizzare urgentemente i risultati di questo studio, includendo: verifiche, integrazioni ed aggiornamenti.

Nasce il Coordinamento SoS Geotermia sul Monte Amiata (Gr)

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Coordinamento Sos Geotermia

COMITATI E CITTADINI CONTRO LA GEOTERMIA SULL’AMIATA SI COORDINANO.

SOS GEOTERMIA: “MORATORIA SUBITO, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI”

Una richiesta pressante per una moratoria nello sfruttamento geotermico sul monte Amiata è quanto emerso dall’incontro dei Comitati e cittadini amiatini che si sono riuniti ieri, 4 marzo, per dare nuovo impulso alla campagna SOS GEOTERMIA, che già da diversi mesi svolge opera di informazione sui rischi legati a tale attività.

SOS GEOTERMIA si propone quindi come una ‘rete’ di Comitati, Associazioni e cittadini che intendono opporsi al depauperamento e sfruttamento del territorio e delle sue risorse e che auspicano invece uno sviluppo economico dell’Amiata legato alla sua vocazione naturale fatta di prodotti tipici, artigianato e turismo.

Ci troviamo oggi di fronte ad un’emergenza legata all’acqua: i dati ufficiali denunciano una drastica diminuzione negli ultimi 20 anni del volume dell’acquifero potabile della montagna ed il contemporaneo aumento delle concentrazioni di Arsenico che dal ‘naturale’ valore intorno ai 2/3 microgrammi/litro oggi ha raggiunto e, in alcuni casi, superato il valore di 10 microgrammi/litro.

Ricordiamo che il valore di 10 è il massimo ammesso dalla legge e che negli ultimi dieci anni la regione Toscana ha usufruito di ben 9 anni di ‘deroghe’, significando che abbiamo bevuto acqua avvelenata, essendo l’arsenico riconosciuto come ‘cancerogeno’ già a partire da concentrazioni di 2 microgrammi/litro. L’OMS (Organizzazione Mondiale di Sanità) consiglia di evitare il consumo di acqua con valori di arsenico superiori a 5, soprattutto a bambini, donne incinte, anziani e malati.

All’avvelenamento progressivo delle sorgenti le amministrazioni e gli enti gestori, che in questi anni non hanno mai fornito la prescritta ‘informazione’ ai cittadini, oggi stanno rispondendo all’emergenza con la miscelazione e il filtraggio dell’acqua che non elimina le cause, ma consente loro di ‘certificare’ il rientro nel limite massimo di 10.

Oltretutto i costi di tali “palliativi” vengono scaricati sulle bollette dei cittadini; i danni alla salute causano costi sanitari che ancora gravano su chi subisce tali conseguenze; i danni all’ambiente squalificano il territorio e rendono vano ogni tentativo di valorizzazione dello sviluppo turistico.

Come SOS GEOTERMIA riteniamo che questa sia una politica folle proprio perché si tratta di una ‘pezza’ che non risolve il problema, che invece è destinato a moltiplicarsi con l’eventuale, sciagurato avvio della nuova centrale Bagnore 4. Per non parlare della presenza di altri inquinanti, sia nell’acqua che nell’aria.

Oggi lanciamo un appello urgente alle popolazioni dell’Amiata, ai nostri amministratori, agli enti gestori, ai media: fermiamo la ‘macchina geotermica’ ora, subito, per valutare, sulla base dei tanti dati scientifici già noti e spesso ignorati, i rischi alla salute e al territorio, all’economia delle produzioni tipiche.

Preannunciamo un intensificarsi delle iniziative nei prossimi mesi, che coinvolgeranno tutti i paesi e le popolazioni dell’Amiata fino a che non si giunga ad una ‘moratoria’ generale dell’attività geotermica.

SOS GEOTERMIA

Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata

sos-geotermia@bruttocarattere.org

https://sosgeotermia.noblogs.org/

Laboratorio Amiata: solidarietà ai NOTAV

In questi anni abbiamo imparato che non c’è democrazia se non c’è qualcuno che la pratica, quotidianamente, tutti i giorni; abbiamo imparato che non ci sono beni comuni se non c’è qualcun@ che si attiva per difenderli, e che solo nella partecipazione si creano comunità e valori.

Con la crisi che ci divora, ci chiediamo perché lo Stato spenda 20 miliardi di euro per un treno che non serve. Con quei soldi si potrebbero pagare stipendi, pensioni, scuole, ospedali, trasporti pubblici per tutti.

Chi chiede queste cose, chi da vent’anni di/mostra che la democrazia è partecipazione e non speculazione, chi si oppone allo scempio del proprio territorio, della propria salute, chi cammina domandando, oggi viene arrestato, incarcerato, diventa “terrorista”.

Anche noi, qui sull’Amiata, nell’ex “rossa” Toscana, stiamo affrontando la distruzione del nostro territorio, lo scempio della nostra salute – a causa della Geotermia – che in nome del potere e dei soldi i soli noti chiamano “sviluppo”. Anche noi stiamo cercando di avviare percorsi di partecipazione e consapevolezza.

Per questi motivi, per la stima e l’affetto che da sempre proviamo per le donne e gli uomini del Movimento NO TAV, il Laboratorio Amiata esprime tutta la sua vicinanza e solidarietà ai 26 arrestat@ di ieri.

Laboratorio Amiata

La sindrome di Stoccolma

La ministra Fornero piange
La ministra Fornero piange, porina ...

Secondo recenti studi dell’ OMS (Organizzazione Militanti Sovversivi) una strana epidemia si sta diffondendo a macchia d’ olio in tutto il pianeta, e credo ti convenga leggere attentamente questo testo, perchè molto probabilmente SEI GIA’ STATO CONTAGIATO PURE TU!

Per chi come me è del tutto ignorante in materia medica, la Sindrome di Stoccolma è una condizione psicologica nella quale una persona vittima di un sequestro può manifestare sentimenti positivi (talvolta giungendo all’innamoramento) nei confronti del proprio sequestratore. E per quanto possa sembrare incredibile questa patologia è stata riscontrata in intere masse di individui che collettivamente manifestano simili sintomi. In tutto il Mondo infatti sono state messe in atto complesse pratiche sociali ed economiche tali da non consentire ad alcun individuo di poter guadagnare da vivere senza partecipare a processi di alienazione all’ interno di fabbriche nauseabonde o dentro uffici grandi come scatole dei fiammiferi, spesso in condizioni di sicurezza non idonee, causando più di una morte.

Quello che pare insomma come l’ unico mezzo di sostentamento è a tutti gli effetti una morte a piccole dosi, e nonostante l’ innaturelezza della situazione la maggior parte degli individui continua a considerare tutto ciò come lo stato normale delle cose, come se in realtà tutto ciò non fosse l’ effetto di un processo artificiale costruito in lunghi tempi, determinando quello che possiamo considerare il più grande sequestro di massa della Storia dell’ Uomo. Per di più, agli occhi dei giovani laureati o dei nuovi sequestrati il mondo lavorativo è quello che può offrire una vera emancipazione, è quello (e il solo) all’ interno del quale un Uomo può diventare un individuo di significato, accettando così come assodato quell’ assioma campeggiante l’ ingresso di uno dei luoghi peggiori del Mondo di sempre.

Arbeit Macht Frei“.

Che il lavoro renda liberi ormai lo credono tutti, tanto che quando troviamo qualcuno disposto a rubarci i nostri giorni in cambio di pezzi di carta lo ringraziamo e lo veneriamo, mostrando così i sintomi veri e propri della Sindrome.

La situazione sta però ultimamente degenerando. In Europa per esempio pare che interi Paesi siano stati presi in ostaggio da emissari di un noto gruppo terroristico, la cosiddetta Banda Canaglie Erudite, meglio conosciuta come BCE. I terroristi hanno inizialmente derubato e saccheggiato i cittadini di ogni avere, sottraendogli ogni tipo di bene e servizio, dopodichè hanno inviato esponenti per compiere un vero e proprio sequestro di massa, durante il quale le vittime continueranno a subire maltrattamenti di vario tipo e a perdere ulteriormente i loro averi. Tuttavia, inspiegabilmente questo atto di inaudita violenza è stato acclamato dalla moltitudine come una vera e propria salvezza, tanto da arrivare all’ estremo sintomo della Sindrome considerando il loro sequestratore come un liberatore. Altri invece giustificano l’ accaduto definendolo un normale e legittimo sequestro tecnico. Insomma, un vero caso di demenza collettiva!

Per quanto riguarda la cura, medici autorevoli quali Noam Chomsky, Slavoj Zizek e David Graeber hanno messo in luce come molti miglioramenti possano avvenire tramite la terapia di gruppo. E’ stato riscontrato infatti che grazie all’ organizzazione di movimenti, eventi largamente partecipati e con l’ aiuto del confronto reciproco la moltitudine può riuscire a realizzare un percorso di emancipazione e di maturazione nel quale grazie ad una presa di coscienza maggiore risulta poi in grado di riconoscere la drammatica situazione di sequestro nella quale sta vivendo. Altri esperti suggeriscono l’ assunzione di medicinali, quali Senso Critico Spray o Informazione Libera in pillole; tuttavia tali prodotti non vengono distribuiti nelle normali farmacie, in quanto un uso massivo potrebbe spingere il paziente in atti di boicottaggio che danneggerebbero tutte le multinazionali, incluse quelle farmaceutiche. Utili farmaci di origine erboristica si possono comunque trovare occasionalmente nelle piazze delle città, all’ interno delle Università o in qualche centro sociale, dove appunto vengono fornite indicazioni utili per reagire insieme a questo disturbo psicollettivo.

E’ dunque necessario che ognuno inizi sin da oggi ad auto-diagnosticarsi tale disturbo, la cui cura può avvenire senza l’ intervento di alcun guru o psichiatra. Si avvisa però il gentile paziente che i metodi curativi qui descritti possono provocare inaspettati stati di consapevolezza, che di effetti collaterali ne ha tanti assai.