10-100-1000 Pomigliano/Mirafiori

Schiavi in mano, foto
Schiavi in mano

E’ di questi ultimi mesi la rottura interna alla trimurti sindacale – Cgil, Cisl e Uil – in particolar modo in ambito metalmeccanico, con la Fiom – che  di tutte è forse l’unica entità confederale con dei veri iscritti, cioè con dei lavoratori che vedono (vai a sapere perché, ma questo è un altro discorso…) nel loro sindacato uno strumento per migliorare le loro condizioni di lavoro – che si trova isolata dagli altri sindacati di categoria, ormai diventati niente più che dei sindacati gialli.

http://www.youtube.com/watch?v=U9RW7DmJTMQ

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Una nuova generazione: famose da parte, please

Banksy - Rickshaw
Banksy - Rickshaw

Partiamo da una data, per comodità: settembre 2008, scoppia la Crisi, con la C maiuscola. E’ una crisi finanziaria, cioè causata dalle speculazioni finanziarie, dalla globalizzazione della finanza, dalla trasformazione della produzione che è diventata sempre più cognitiva – dicono quelli che ci capiscono – ma che è diventata sempre più altrove e non da noi: in Cina, India –  in condizioni di vita che da noi erano già contestate nell’800 – in America del Sud. Una crisi finanziaria che mette in crisi il sistema bancario, immediatamente salvato con botte di centinaia di milioni di euro e di dollari.

Presi da dove, ‘sti soldi? Dallo stato sociale, ma naturalmente! E quindi giù tagli verticali, come ama definirli il nostro amato – ed amatissimo in Europa – ministro Tremonti, già candidato a sostituire il fava del Berlusca. Tagli che vanno a toccare tutti i ceti meno abbienti, e pure il ceto medio, tanto che proprio oggi esce la notizia che

il quarantacinque per cento della ricchezza italiana è in mano al 10 per cento delle famiglie. Lo segnala Bankitalia nel supplemento al bollettino statistico dedicato alla ricchezza delle famiglie alla fine del 2008. Al contrario, il portafoglio della metà più povera degli italiani non arriva ad avere neppure il 10 per cento della ricchezza complessiva. Insomma, la forbice si allarga e lo Stivale fa i conti con poche famiglie ricchissime e molti italiani che tirano a campare.

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Attivissimo spara sulla “bufala pensioni” , ACTA smonta Attivissimo

Paolo "sola" Attivissimo photo
Paolo "sola" Attivissimo

Il più noto cacciabufale della rete italiana, Paolo Attivissimo, corre il rischio di tutti i tuttologi: mettersi a parlare di cose su cui non è ferrato, rischiando al figuraccia. Rischio corso, figuraccia arrivata, come doveva dimostrarsi.

In un post di oggi – Allarme: l’INPS dice che i precari non avranno pensione. La bufala avrà invece albergo – Attivissimo attacca quella che definisce una bufala, cioè il fatto che i precari e tutti coloro che hanno la “gesione separata all’INPS” prenderanno una pensione da fame, sempre che la prendono. E lo fa con un lungo post sul suo sito, linkato ad un altrettanto lungo post su Wired (non si mancare nulla, il Nostro…).

Peccato che il buon Paolo non sia un esperto della materia, e quindi inizia a scantonare pesantemente, non dimostrando di essere bravo neanche in quello di cui si vanta di essere assai capace: scovare l’origine delle notizie.

Infatti arriva puntuale il post di gente che di questa materia è esperta davvero – ACTA, Associazione Consulenti Terziario Avanzato, fondata da gente del calibro di Sergio Bologna – che prende il post di Attivissimo e lo smonta pezzo per pezzo:

ACTA risponde a Paolo Attivissimo

L’insegnamento di questa storia? Non si può sapere tutto di tutto, e chi dice il contrario è una sola 🙂

La morale?

Che il sistema va a pezzi, e in un paese in mano ad un’oligarchia di vecchi mafiosi, per chi ha meno di 50 anni è arrivato il momento di rendersi conto che il futuro è fosco, e forse è il caso di rimboccarsi le maniche, e mandarli tutti a casa a calci nel culo. Come direbbero ad Oxford 🙂

Il Patriottismo di meno diritti e bassi salari

Pd al lavoro
Pd al lavoro

Fonte: Ma la cgil ci è o ci fa? « Precaria.

Pietro Ancona, ex sindacalista Cgil

Si lascia fare a governo e padronato tutto quello che vogliono. Senza reagire nei tempi e nei modi che renderebbero utile e produttiva l’azione. Sembra che i sindacati italiani, come diceva qualcuno in tv, siano prigionieri degli interessi imprenditoriali e debbano fare necessariamente cose che ne consentano la realizzazione degli obiettivi.

I tempi di reazione della CGIL, non parlo di Cisl ed Uil che si sono schierati con Confindustria e Governo, sono anacronistici. I modi sono puramente dimostrativi. Una manifestazione viene annunziata con due mesi di anticipo per il 27 novembre, un sabato, su una piattaforma generica che chiede tutto ma di fatto non chiede niente perchè non indica

una sola cosa specifica: “a difesa del lavoro e della contrattazione, per la tutela dei diritti dei lavoratori, per chiedere sviluppo, equita’ e giustizia sociale”. Come e dove ed attraverso che cosa si tutelano i diritti appena lesionati in modo irreparabile dal collegato lavoro non è dato sapere e quasi niente è dato sapere su tutti gli altri punti.

Il Parlamento ha approvato, dopo due anni di lavoro incontrastato una legge contestata a suo tempo soltanto dal Presidente della Repubblica per la sua evidente incostituzionalità che indebolisce moltissimo il lavoratore a vantaggio del datore di lavoro e dello stesso sindacato che acquisisce nuovi e pericolosi poteri con l’arbitrato. La CGIL ha mandato qualche gruppetto di manifestanti in un paio di momenti dell’iter parlamentare. Si è limitata a commentare educatamente il testo approvato assieme al PD che in verità ha votato contro ma ha lasciato passare senza fare le barricate che Bersani promette per il lodo Alfano. In sostanza

sembra che la CGIL abbia già metabolizzato il collegato lavoro come a suo tempo ha metabolizzato la legge trenta o Biagi e come ha digerito l’accordo separato sul contratto attraverso i rinnovi di categoria.

L’azione della CGIL sembra deliberatamente congegnata a consentire la realizzazione e l’irreversibilità di scelte rivolte a limitare i diritti ed a sfasciare

l’impianto dei rapporti attuali di lavoro. I tempi sono sfasati rispetto lo sviluppo della realtà che è in accelerato sviluppo. Di quello che stanno perdendo i lavoratori difficilmente si recupererà qualcosa in caso di svolta politica. Forse il governo Prodi ha cambiato qualcosa del suo predecessore? Una linea sembra unire destra e “sinistra” parlamentare ed è quella dettata dalla Confindustria. A questa linea si adeguano sfacciatamente la Cisl e l’Uil

e la CGIL finge di opporsi programmando reazioni prive di sostanziale contenuto e lontane nel tempo.

Naturalmente la manifestazione della CGIL si farà di sabato come vuole Bonanni che indica questo giorno non lavorativo come il più adatto per gli scioperi (sic!) e come vuole Ichino che non ama lo sciopero e ne discute il diritto di esercitarlo ai lavoratori riservandolo ai sindacati (il corporativismo fascista ogni tanto risorge dove neppure te lo aspetti).

La Fiom chiede a gran voce lo sciopero generale. In verità non ha le carte in regola per farlo dal momento che si è comportata esattamente come la CGIL. Il 16 ottobre è stato soltanto una manifestazione, un grande comizio convocato a Roma, un momento bello e magnifico di mobilitazione democratica ma niente di più. Anche il 16 ottobre era un sabato.

Sembra esserci un accordo per non scioperare in Italia tranne che per le situazioni che esplodono spontaneamente e che non ci sia questione abbastanza grossa per smuovere la CGIL. Ci sono stati tantissimi scioperi per la scuola ma non hanno mai avuto un momento di unificazione nazionale. In Francia si è fatto uno o più scioperi nazionali per la scuola. In Italia le agitazioni presenti in tutto il Paese non hanno mai avuto una guida, una direzione nazionale.

Negli ultimi due anni ci sono stati tre scioperi generali della CGIL. Tutti sul fisco. Nessuno sintonizzato su quanto stava realmente accadendo nel Paese.

Anche il prossimo sciopero generale accettato a denti stretti da Epifani al comizio dei metalmeccanici non è detto che non sarà finto. Una cannonata a salve. Non basta fare lo sciopero generale se non si mettono in discussione le scelte del padronato e del governo.

Il miope collaborazionismo dei sindacati e della opposizione al padronato porta soltanto frutti avvelenati o marci. Venti milioni di lavoratori stanno male e guadagnano la metà di quello che guadagnano i francesi o i tedeschi. Sei milioni di questi sono precari e con salari sotto i seicento euro (sic|!) Ma tutto questo non solo non basta per rimettere in piedi l’economia italiana ma è addirittura controproducente: genera depressione, insicurezza, stress, assenza di futuro. Bassi salari ed assenza di diritti sono tutt’altro che patriottici e affossano assieme ai lavoratori il Paese.

Chi paga il prezzo dei nostri gadget hi-tech?

Ne parlavo con Enrico qualche giorno fa; poi avevo trovato l’articolo del Corriere della Sera e pensavo di scriverci qualcosa, perché queste notizie non possono passare sotto silenzio, sono quelle su cui bisogna fermarsi a riflettere. Poi però Enrico mi ha anticipato e… meglio, un po’ di lavoro in meno 🙂 Sicuramente non se la prenderà a male se lo cito integralmente.

I 400mila di Foxcon ed i quaranta centesimi di salario

Ci sono notizie e notizie ma l’assunzione dei 400mila nuovi dipendenti di Foxcon non può passare inosservata.

La grande azienda cinese produttrice di tanti gadget tecnologici come PS3, Xbox 360 e Wii nonchè di tanti di casa Apple si è impietosita dopo i tanti suicidi degli operai stressati dai turni di lavoro straordinari per la produzione di iPad ed anche per questa ragione ha deciso di assumere nuovo personale.

Già, ma quanto?

Mi sono divertito questa estate a domandare ai miei amici quale poteva essere il numero dei nuovi addetti ed uno solo si è avventurato ad ipotizzare qualche migliaio di nuovi assunti non aspettandosi certo la fantastica cifra di 400MILA nuovi operai tecnologici.

I-love-foxconn

Come è possibile? Sicuramente anche al fatto che in tanti distretti industriali cinesi la paga è misera ed in alcuni casi non supera addirittura i40CENTESIMI di euro all’ora.

Se volete prendere maggiormente coscienza di come gira il mondo ed anche il mondo high-tech non potete ignorare questo tipo di notizie.

Enrico Bisenzi