Un ricordo di Carlo, mi avete chiesto. Io che di ricordi ne ho un mare, in realtà ho paura di aprire la finestra, di guardare dentro, di scegliere. Fa troppo male, potrei affogare. Vorrei che fosse lui a parlare. Ecco: vi mando le sue parole, scritte in un giorno lontano. La guerra non era ancora preventiva ma già veniva gabellata per umanitaria. E lui la commenta così, alla Abatantuono (in Mediterraneo, se non ricordo male).
Haidi Giuliani
1999 X MAMMA
Parole suadenti
si ripetono insistenti
nella mente.
E la gente
che s’affolla, non sente
le urla del penitente.
Uno sprazzo di luce si riflette
e illumina l’ambiente
circostante.
Spruzzi di coscienza
nel clima angosciante
della guerra.
E meno male che c’è l’Occidente!
“Minchia, signor tenente.”
Bambini spensierati
giocano contenti,
e fanno capriole sul cemento.
Fermiamoci un momento
a osservarli,
a capire il loro divertimento:
forse non sanno del giuramento
e neppure delle stelle
e del firmamento.
Hanno un solo sentimento:
ridere,
e non pensare al turbamento
delle bombe,
a quegli spari che tanto
male hanno portato.
Ecco che si alza un canto,
chissà se arriva in cielo
sospinto,
pian piano,
dal vento.