Nascondiamo la munnezza sotto il tappeto

Migranti
Migranti

Sono successe un tot di cose nel nostro paese in questi giorni. Alcune sono state poste sotto i riflettori mediatici in maniera parossistica; altre sono state si è no accennate, per poi finire nel dimenticatoio, sotto il tappeto, appunto.

Intanto la querelle Rudy, cioè l’ennesima figliola che si sarebbe concessa a pagamento al nostro Presidente del Consiglio. Non sarà l’ultima, non è stata la prima.

Repubblica di venerdì gli ha dedicato le prime 9 (nove) pagine, con tanto di verbali, commenti, articoli, chiose, esternazioni, starnazzi, frizzi e lazzi. Gli altri giornali non li ho letti, ma alla fine manco repubblica, che ho iniziato a degnare di uno sguardo da pag. 10.

A che serve questa campagna contro Berlusca? Dovrebbe servire a spingerlo via dallo scranno del potere, facendo vedere a tutt@ quant’è corrotto – pure le minorenni! – quanto poco si interessa del paese, etc etc.

A mio modestissimo avviso il risultato è esattamente il contrario: l’italiano media – ignorante, macho, segaiolo – invidia questo over 70 ricco, scopatore, barzellettaro impenitente; “uno di noi” che ha avuto successo, che non paga le tasse ed è sboccato; fa scherzi da caserma ed è un tipo alla mano.

L’esatto contrario del politico classico, soprattutto se di sinistra: intellettuale, con la puzza sotto il naso, incomprensibile, borioso. Uno che arriva dai quartieri alti – lo si capisce appena attacca a parlare – pensate a Bertinotti, mortacci sua.

Il risultato di questa campagna – mediatica, quindi sul terreno più congeniale al Silvione  – è che sempre più gente sarà solidale con lui, attaccato da questi invidiosi di un uomo di tanto successo, in tutti i “campi”.

D’altro canto risulta strano che proprio in questi giorni si sia parlato tanto – e quasi esclusivamente – di sta fuffa, e quasi per nulla, per esempio, di altre cose, a mio avviso molto più serie e gravi. Vediamo quali.

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Attivissimo spara sulla “bufala pensioni” , ACTA smonta Attivissimo

Paolo "sola" Attivissimo photo
Paolo "sola" Attivissimo

Il più noto cacciabufale della rete italiana, Paolo Attivissimo, corre il rischio di tutti i tuttologi: mettersi a parlare di cose su cui non è ferrato, rischiando al figuraccia. Rischio corso, figuraccia arrivata, come doveva dimostrarsi.

In un post di oggi – Allarme: l’INPS dice che i precari non avranno pensione. La bufala avrà invece albergo – Attivissimo attacca quella che definisce una bufala, cioè il fatto che i precari e tutti coloro che hanno la “gesione separata all’INPS” prenderanno una pensione da fame, sempre che la prendono. E lo fa con un lungo post sul suo sito, linkato ad un altrettanto lungo post su Wired (non si mancare nulla, il Nostro…).

Peccato che il buon Paolo non sia un esperto della materia, e quindi inizia a scantonare pesantemente, non dimostrando di essere bravo neanche in quello di cui si vanta di essere assai capace: scovare l’origine delle notizie.

Infatti arriva puntuale il post di gente che di questa materia è esperta davvero – ACTA, Associazione Consulenti Terziario Avanzato, fondata da gente del calibro di Sergio Bologna – che prende il post di Attivissimo e lo smonta pezzo per pezzo:

ACTA risponde a Paolo Attivissimo

L’insegnamento di questa storia? Non si può sapere tutto di tutto, e chi dice il contrario è una sola 🙂

La morale?

Che il sistema va a pezzi, e in un paese in mano ad un’oligarchia di vecchi mafiosi, per chi ha meno di 50 anni è arrivato il momento di rendersi conto che il futuro è fosco, e forse è il caso di rimboccarsi le maniche, e mandarli tutti a casa a calci nel culo. Come direbbero ad Oxford 🙂

Il Patriottismo di meno diritti e bassi salari

Pd al lavoro
Pd al lavoro

Fonte: Ma la cgil ci è o ci fa? « Precaria.

Pietro Ancona, ex sindacalista Cgil

Si lascia fare a governo e padronato tutto quello che vogliono. Senza reagire nei tempi e nei modi che renderebbero utile e produttiva l’azione. Sembra che i sindacati italiani, come diceva qualcuno in tv, siano prigionieri degli interessi imprenditoriali e debbano fare necessariamente cose che ne consentano la realizzazione degli obiettivi.

I tempi di reazione della CGIL, non parlo di Cisl ed Uil che si sono schierati con Confindustria e Governo, sono anacronistici. I modi sono puramente dimostrativi. Una manifestazione viene annunziata con due mesi di anticipo per il 27 novembre, un sabato, su una piattaforma generica che chiede tutto ma di fatto non chiede niente perchè non indica

una sola cosa specifica: “a difesa del lavoro e della contrattazione, per la tutela dei diritti dei lavoratori, per chiedere sviluppo, equita’ e giustizia sociale”. Come e dove ed attraverso che cosa si tutelano i diritti appena lesionati in modo irreparabile dal collegato lavoro non è dato sapere e quasi niente è dato sapere su tutti gli altri punti.

Il Parlamento ha approvato, dopo due anni di lavoro incontrastato una legge contestata a suo tempo soltanto dal Presidente della Repubblica per la sua evidente incostituzionalità che indebolisce moltissimo il lavoratore a vantaggio del datore di lavoro e dello stesso sindacato che acquisisce nuovi e pericolosi poteri con l’arbitrato. La CGIL ha mandato qualche gruppetto di manifestanti in un paio di momenti dell’iter parlamentare. Si è limitata a commentare educatamente il testo approvato assieme al PD che in verità ha votato contro ma ha lasciato passare senza fare le barricate che Bersani promette per il lodo Alfano. In sostanza

sembra che la CGIL abbia già metabolizzato il collegato lavoro come a suo tempo ha metabolizzato la legge trenta o Biagi e come ha digerito l’accordo separato sul contratto attraverso i rinnovi di categoria.

L’azione della CGIL sembra deliberatamente congegnata a consentire la realizzazione e l’irreversibilità di scelte rivolte a limitare i diritti ed a sfasciare

l’impianto dei rapporti attuali di lavoro. I tempi sono sfasati rispetto lo sviluppo della realtà che è in accelerato sviluppo. Di quello che stanno perdendo i lavoratori difficilmente si recupererà qualcosa in caso di svolta politica. Forse il governo Prodi ha cambiato qualcosa del suo predecessore? Una linea sembra unire destra e “sinistra” parlamentare ed è quella dettata dalla Confindustria. A questa linea si adeguano sfacciatamente la Cisl e l’Uil

e la CGIL finge di opporsi programmando reazioni prive di sostanziale contenuto e lontane nel tempo.

Naturalmente la manifestazione della CGIL si farà di sabato come vuole Bonanni che indica questo giorno non lavorativo come il più adatto per gli scioperi (sic!) e come vuole Ichino che non ama lo sciopero e ne discute il diritto di esercitarlo ai lavoratori riservandolo ai sindacati (il corporativismo fascista ogni tanto risorge dove neppure te lo aspetti).

La Fiom chiede a gran voce lo sciopero generale. In verità non ha le carte in regola per farlo dal momento che si è comportata esattamente come la CGIL. Il 16 ottobre è stato soltanto una manifestazione, un grande comizio convocato a Roma, un momento bello e magnifico di mobilitazione democratica ma niente di più. Anche il 16 ottobre era un sabato.

Sembra esserci un accordo per non scioperare in Italia tranne che per le situazioni che esplodono spontaneamente e che non ci sia questione abbastanza grossa per smuovere la CGIL. Ci sono stati tantissimi scioperi per la scuola ma non hanno mai avuto un momento di unificazione nazionale. In Francia si è fatto uno o più scioperi nazionali per la scuola. In Italia le agitazioni presenti in tutto il Paese non hanno mai avuto una guida, una direzione nazionale.

Negli ultimi due anni ci sono stati tre scioperi generali della CGIL. Tutti sul fisco. Nessuno sintonizzato su quanto stava realmente accadendo nel Paese.

Anche il prossimo sciopero generale accettato a denti stretti da Epifani al comizio dei metalmeccanici non è detto che non sarà finto. Una cannonata a salve. Non basta fare lo sciopero generale se non si mettono in discussione le scelte del padronato e del governo.

Il miope collaborazionismo dei sindacati e della opposizione al padronato porta soltanto frutti avvelenati o marci. Venti milioni di lavoratori stanno male e guadagnano la metà di quello che guadagnano i francesi o i tedeschi. Sei milioni di questi sono precari e con salari sotto i seicento euro (sic|!) Ma tutto questo non solo non basta per rimettere in piedi l’economia italiana ma è addirittura controproducente: genera depressione, insicurezza, stress, assenza di futuro. Bassi salari ed assenza di diritti sono tutt’altro che patriottici e affossano assieme ai lavoratori il Paese.

Maremma, l’acqua rubata dall’ENI e dalle giunte “rosse”

Discarica di fini di pirite, in località S. Martino a Scarlino (Gr)
Discarica di fini di pirite, in località S. Martino a Scarlino (Gr)

Sono innumerevoli anni che Roberto Barocci si occupa di ambiente nel territorio della provincia di Grosseto. Sul suo sito potete trovare la versione integrale dei suoi due libri, “arsENIco. Come avvelenare la maremma fino alla catastrofe ambientale” e “Maremma avvelenata“, con tanto di capitoli aggiuntivi e aggiornamenti. Entrambi i libri editi per i tipi di Stampa Alternativa.

Ex docente in pensione, attualmente si sta occupando anche di energia, dello smaltimento dei rifiuti e di tutela del paesaggio. Sempre sul suo sito potete trovare tanti altri documenti e foto.

Per questo suo prezioso lavoro Roberto è stato più volte denunciato dai responsabili dello scempio, ENI in primis, ma anche tante pubbliche amministrazioni di “sinistra”, comuniste addirittura! E’ sempre stato assolto, a differenza dei suoi accusatori, che da decenni dovrebbero bonificare quelle aree e non lo fanno, a discapito della salute della popolazione.

Il nostro ha continuato la sua battaglia, ed ultimamente è attivo nei comitati per la difesa dell’acqua pubblica, e con i comitato ha pubblicato un video che è disponibile su Youtube. Eccolo (diviso in due parti):

http://www.youtube.com/watch?v=_rC7fFaq4Hk

http://www.youtube.com/watch?v=eHlm-TST4p4

Buona visione (si fa per dire…)

Lo s/fascio della scuola pubblica

Arcidosso, provincia di Grosseto. Zona di montagna, area economicamente depressa. Se perdi il lavoro hai 3 scelte reali, oltre alla solita italiana (essere amico di qualcuno che ti aiuta ad entrare in qualche situazione para-pubblica a calci nel culo):

  1. lavorare nei cantieri;
  2. lavorare in campagna;
  3. emigrare.

Arcidosso, Istituto Professionale “Leonardo Da Vinci”. Una scuola di montagna, non tanto grande ma coi problemi dei grandi:  molti ragazzi con disagio, parecchi stranieri arrivati da poco o da pochissimo. Un corpo docenti compatto e una dirigenza il cui scopo principale è far crescere gli studenti. Classi non tanto grandi, molti progetti, la possibilità di insegnare e studiare come si deve.

Tutte cose che non vanno bene nella nuova strabiliante riforma di Mary Star, il reggimoccolo del capo del governo, il boscaiolo tremebondo Tremonti.

Infatti quest’anno arrivano le grandi novità: se con lo stesso numero di ragazzi l’anno scorso si facevano due classi, con la “riforma” quest’anno diventano una di 32 ragazzi, di cui 4 diversamente abili (e un solo insegnante di sostegno per area), 10 stranieri di 6 nazionalità diverse.

E la didattica? ‘Fanculo la didattica, questi sono asini del professionale, sono animali, mica ragazzi. Devono sucarsi quel che dice il Capo, stare zitti e buoni, imparare un mestiere il più possibile ignorante e disumano, imparare a lavorare ed obbedire, e che non rompano tanto i coglioni.

Quest’anno su 40.000 insegnanti che sono usciti dalla scuola tra pensioni e pre-pensionamenti, ne sono entrati 17.000. Il sostegno è stato ridotto di 1/3. Siamo penultimi tra i paesi OCSE per percentuale del PIL dato all’istruzione (dietro di noi solo la Slovacchia, ma è una nazione nuova e povera, ci supererà presto).

http://www.youtube.com/watch?v=IsplyNMT9i8

Morale della favola? Se hai i soldi vai nelle scuola private – le uniche ad aver ricevuto finanziamenti statali; se non li hai, fatti il mazzo, pedala, altrimenti – come ha detto l’altro ieri Tremonti, c’è sempre l’emigrazione…

Il tutto nell’assordante silenzio dell’opposizione (stavo per dire “sinistra”, ma il buon gusto mi ha fermato…).

PS

Com’è che si chiamava? Don Milani mi pare …

Chi paga il prezzo dei nostri gadget hi-tech?

Ne parlavo con Enrico qualche giorno fa; poi avevo trovato l’articolo del Corriere della Sera e pensavo di scriverci qualcosa, perché queste notizie non possono passare sotto silenzio, sono quelle su cui bisogna fermarsi a riflettere. Poi però Enrico mi ha anticipato e… meglio, un po’ di lavoro in meno 🙂 Sicuramente non se la prenderà a male se lo cito integralmente.

I 400mila di Foxcon ed i quaranta centesimi di salario

Ci sono notizie e notizie ma l’assunzione dei 400mila nuovi dipendenti di Foxcon non può passare inosservata.

La grande azienda cinese produttrice di tanti gadget tecnologici come PS3, Xbox 360 e Wii nonchè di tanti di casa Apple si è impietosita dopo i tanti suicidi degli operai stressati dai turni di lavoro straordinari per la produzione di iPad ed anche per questa ragione ha deciso di assumere nuovo personale.

Già, ma quanto?

Mi sono divertito questa estate a domandare ai miei amici quale poteva essere il numero dei nuovi addetti ed uno solo si è avventurato ad ipotizzare qualche migliaio di nuovi assunti non aspettandosi certo la fantastica cifra di 400MILA nuovi operai tecnologici.

I-love-foxconn

Come è possibile? Sicuramente anche al fatto che in tanti distretti industriali cinesi la paga è misera ed in alcuni casi non supera addirittura i40CENTESIMI di euro all’ora.

Se volete prendere maggiormente coscienza di come gira il mondo ed anche il mondo high-tech non potete ignorare questo tipo di notizie.

Enrico Bisenzi