Dopo palermo ecco nuove occupazioni e grandi manifestazioni (15.000 persone a Napoli il 3 gennaio, in una manifestazione che vede, oltre che agli studenti, la partecipazione di operai, precari e disoccupati; 30.000 a Roma il 9 gennaio, 8.000 a Bologna il 10 gennaio).
Il 15 febbraio, a Roma, 300 militanti del Pci spalancano i cancelli della Sapienza occupata e approvano una mozione che condanna "le aggressioni ai docenti democratici, l'invasione del rettorato, gli atti di vandalismo", annunciando un "confronto" tra gli studenti e il segretario della Cgil Luciano Lama (tratto sempre dalla cronaca di cui sopra).
Il 17 il "confronto'' inizia alle 7 e 30, con l'ingresso del servizio d'ordine sindacale che prende possesso di Piazza della Minerva, strappando dai muri tutti i manifesti e cancellando tutte le scritte che ritenute offensive. Alle 10 inizia quello che da subito si capisce vuole essere un comizio. Nessun intervento studentesco è permesso, e quando l'ala creativa del movimento, i famosi indiani metropolitani ("[… ] Si chiama Indiano Metropolitano. Sulle mura del recinto ha scritto: Non é il '68 é il '77, non abbiamo ne passato ne futuro, la storia ci uccide [… ]", G. Lerner, L. Manconi, M. Sinibaldi, Uno strano movimento di strani studenti. Composizione, politica e cultura dei non garantiti, Milano, Feltrinelli, 1978) iniziano a lanciare slogan sarcastici nei confronti degli "invasori'' e alzano un pupazzo che rappresenta il leader sindacale con la scritta "I Lama stanno in Tibet'', il servizio d'ordine attacca gli studenti (30 feriti, medicati all'infermeria di Lettere e al Policlinico).
A quel punto inizia il tafferuglio, che costringe Lama a finire in fretta e furia il comizio e ad andarsene. Il servizio d'ordine viene travolto, il palco sfasciato e gli "aggressori'' costretti ad abbandonare l'università.
Dopo gli incidenti interviene la polizia, chiamata dal rettore Ruberti, che sgombera la facoltà.
E poi sarà un risotto che li seppellirà…