Lettera aperta a Marcello Baraghini: Stampa Alternativa nella tana del Lupo

È prevista per il 10 dicembre la partecipazione di Marcello Baraghini,
storico editore di Stampa Alternativa, a una serata nel centro sociale
nazifascista Casa Pound.

Non riusciamo proprio a tacere. Per aderire firmando segui questo link.

Questa non è una pipa. (René Magritte, 1948)

Questi non sono picchiatori nazifascisti, ma interlocutori credibili. (Marcello Baraghini?, 2008)

 

Caro Baraghini,
è inverno, nevica e abbiamo deciso di raccontarti una storia.
C’era una volta Cappuccetto Rosso, che andò nel bosco, incontrò il
lupo, gli disse dove abitava la nonna e lui per tutto ringraziamento si
pappò la nonna in questione con tutta la cuffia, la camicia da notte e
gli occhiali. Il lupo, è evidente, è un vero stronzo. Anzi no: il lupo
è un lupo. Non è lecito, non è intelligente, non è possibile aspettarsi
che si comporti da farfalla.
Ora, andando a vedere bene, il lupo potrebbe pure essere un ragazzone
charmant e piuttosto brillante (d’altronde Cappuccetto Rosso se l’è
intortata mica male), ma alla fine purtroppo c’è sempre quel finale
sgradevole: il lupo è lupo, e alla fine la nonna se la pappa.
Se vogliamo trovare il taglio sociologico, possiamo pure arrivare a
dire che il lupo ha avuto un’infanzia difficile, che sua mamma l’ha
abbandonato, che forse ha bisogno di affetto.
Sia quel che sia, alla fine la nonna se la pappa.
Va detto che il lupo è anche un ecologista convinto, che gli fa onore
l’impegno per la difesa del bosco in cui vive e che a volte, a
primavera, è stato visto intrecciare deliziose collane di fiori.
Ma sia quel che sia, alla fine la nonna se la pappa.
Insomma, se sei una nonna, puoi trovare un sacco di cose che ti
attraggono nel lupo, ma – forse – non è comunque una frequentazione
apprezzabile. I lupi delle favole, caro Baraghini, possono presentarsi
bene, essere molto intellettuali, dichiararsi disponibili al confronto,
mostrarsi affascinanti e avere grandi baffi che gli nascondono le
zanne, ma lupi sono e lupi restano. Sempre.
I lupi delle favole sbranano, prevaricano, disprezzano i deboli, gli
emarginati, i diversi, gli alternativi. Magari prima li seducono, ma
poi, prima o poi, inevitabilmente rispuntano le zanne. Esattamente come
i nazifascisti.
Vedi, caro Baraghini, noi lo capiamo che Casa Pound è un luogo che può
scatenare curiosità. Lo capiamo che il primo impatto non è la
marionetta del naziskin cerebroleso che non ha altre possibilità
dialettiche se non quelle consentite dai palmi delle sue mani o dalle
nocche dei suoi pugni: ma sotto sotto, e nemmeno troppo sotto, c’è il
solito vecchio lupo che alla fine la nonna se la pappa, anche stavolta.

Con i lupi, Baraghini caro, non si flirta. E non perché si abbia paura
della dialettica (noi? Andiamo!), non perché non ci si possa sporcare
le mani, non perché non si debba avere il coraggio del confronto con
chi è diverso da noi, ma semplicemente perché la tua presenza – non la
tua presenza personale, ché quella sarebbe cosa tua, ma la tua presenza
pubblica di editore, pubblicizzata e rivendicata fino allo stremo − dà
valore a un luogo di disvalori. Perché Casa Pound parlerà anche di
mutui sostenibili, di antiglobalizzazione, di banche vampiro: ma dopo
compaiono le zanne. La gente di Casa Pound è quella che pesta i
ragazzini in piazza Navona, è la destra nazifascista che nega la
libertà di interrompere volontariamente una gravidanza, che riscrive la
storia, che disprezza gli stranieri e che ospita entusiasticamente
concerti che celebrano a suon di saluti romani tutta la solita feccia
del ventennio applicandola all’oggi. Magari fossero solo quattro
nostalgici! Purtroppo sono fin troppo attivi sull’oggi, e dietro ai
sorrisi e agli incontri culturali le zanne ben affilate sono quelle di
sempre. Se sono riusciti a intortarsi te, pensa come si intortano gli
altri. Non permettere loro di fare altra strada camminando anche sulle
tue gambe, grazie anche alla tua storia (che, se non fosse a sua volta
parte della nostra, non ci troverebbe qui a cercare di farci
ascoltare), alla tua fama e alla tua cultura. Un lupo è sempre un lupo,
Marcello: e tu non fare Cappuccetto Rosso. Sii piuttosto Alice che
guarda dietro le parole, o meglio ancora sii quello che a lungo sei
stato: il bambino nel corteo del re che grida da sempre che il re è
nudo.

Post scriptum: L’idea della pipa di Magritte viene da un recente
volantino dell’Avamposto degli Incompatibili di Viterbo e dello Spazio
di documentazione il Grimaldello di Genova riguardante la sentenza Diaz
e ci sembra una delle idee che meglio rendono la lontananza tra realtà
e racconto della medesima. Lontananza che oggi sembra dilagare senza
controllo. Grazie.

Primi firmatari:

Andrea Baglioni – lettore
Ilic Barocci – lettore
Chiara Battocchio – lettrice
Francesco Bellissimo – lettore
Blackswift – collettivo di scrittori
blicero – lettore
Piero Budinich – traduttore editoriale
Layla Buzzi – liutaia
Daniela Cabrera –  Freelance Translator, Member of Translators for Peace – Fontenay-aux-Roses, Francia
Antonio Caronia – Accademia di Brera – Milano
Sara Cecere – traduttrice
Flavia Cerrone – traduttrice freelance
Luisa Doplicher – traduttrice editoriale
Alfredo Fagni – lettore – Livorno
Raffaella Fort – lettrice – Trieste
Carlo Frinolli – art director nois3lab – Roma
Valentina Furnari – traduttrice freelance – Milano
Valeria Galassi – lettrice – Milano
Istituto Ernesto de Martino – Centro di ricerca sul mondo popolare e
proletario – S. Fiorentino (Fi)
killer – lettore
Martino Lo Bue – lettore – Fontenay-aux-Roses, Francia
Fiamma Lolli – traduttrice editoriale
Alessandro Lubello – redazione Internazionale – Roma
Antonio Menegotto – lettore – Padova
Floriana Pagano – traduttrice editoriale
Marina Pagliuzza – lettrice – Milano
Chiara Pazienti – traduttrice freelance – Roma
Marco Philopat – scrittore
pinna – lettore
Brunella Pinto – Precaria
Federico Prando – lettore – Milano
Arlette Remondi – lettrice – Trieste
Oscar  Romagnone – Traduttore Freelance
sens.it – artista
Roberta Amal Serena – lettrice – Roma
uomonero – lettore
Giuseppina Vecchia – traduttrice
Franco Vite – lettore – Cinigiano (Gr)

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