Sull’uso della lingua

In questi giorni sto ascoltando la radio e la tv (che non guardo più; al massimo l'ascolto, se proprio devo. E non è un atteggiamento "snobbistico", è proprio una questione di stomaco debole) con un livello molto basso d'attenzione, cercando di farlo alla "flusso di coscienza". Passivo e non attivo, ma in quel modo, più o meno. Anche perché, d'altra parte, onestamente non sto trovando quasi più niente che smuova almeno parte delle mie viscere. Ed è stato bello ascoltare, in questo modo:

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Aiuto, l’Anarchico!!!

Beh, c'è da capirli, gli anarchici fanno paura, tutti lo sanno.

Bombe, attentati, stragi, come non aver paura?

Ed ecco, quindi, che quando uno di questi pericolosi individui viene spostato da un luogo all'altro, bisogna organizzare un severissimo servizio d'ordine, che non si sa mai di cosa possa essere capace, lui o i suoi terribili accolti.

Anche se è morto nel 1910… 

Di questa triste storia ecco il bell'artico uscito sull'Espresso:

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Sbatteziamoci!!

Leggo proprio oggi sul sito dell'UAAR un bel articolo dal titolo "Orgogliosamente scomunicati", in cui si parla di autoscomunica e sbattezzo e tante altre cose buone giuste per uscire dagli elenchi ufficiali dei membri della Chiesa Cattolica.

Al di là del fatto che rimango un forte sostenitore del metodo spagnolo (1936 – 1939), cioè di bruciare le chiese possibilmente con i preti dentro, intanto, anche solo per passare il tempo e rompere il cazzo a qualche prete, una piccola cosina che si può fare subito è di spedire alla parrocchia nella quali si è stati, ahimé, battezzati, il modulo per rischidere la cancellazione dalle liste in cui si è identificati come cattolici.

A parte gli scherzi non è solo una boutade, ma è anche qualcosa di pratico e utile da farsi, visto che fottendosene di quelle liste, si permette alla Chiesa di poter continuare a dire che il 90 e passa % dei cittadini di sto cazzo di paese è cattolico; e su questo prendere un monte di soldi pubblici, porcamadonna.

Sicché, forza e coraggio, riempite il modulo e speditelo via raccomandata con ricevuta di ritorno, al pretazzo.  In attesa di poter usare la benzina…

Amen

sbattezzamoci con l'UAAR

 

PS

Consiglio vivacemente anche la lettura di questo libro:

Piergiorgio Odifreddi, Perché non possiamo essere cristiani (e tanto meno cattolici), Milano, Longanesi, 2007, € 14,00

 

Giorgiana Masi

Domani si affronteranno, in svariate piazze di Roma, i manifestanti pro o contro dico, famiglia, patria, nazione e via a stronzzeggiar cantando.

Pochi si ricorderanno, invece, di un triste anniversario, che proprio domani arriverà a 30 anni:

l'anniversario di un omicidio di stato, uno dei tanti che in questi decenni di "repubblica" hanno insanguinato il paese.

Il 12 maggio 1977 veniva uccisa a Roma, dagli agenti in borghese di Kossiga (Boia!), la companga Giorgiana Masi, 19 anni, studentessa del liceo Pasteur, con un colpo alla schiena.

Giorgiana Masi

Dopo le soliti infamanti accuse al movimento, foto alla mano viene dimostrato che a sparare furono agenti in borghese e in divisa. Nonostante questo, ma nessuno è stato perseguito.

Domani a Roma si terranno molti appuntamenti per ricordare Giorgiana e tutti i compagni e le compagne uccisi dalle democratiche istituzioni repubblicane.

 

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G8, prima condanna per i pestaggi «La polizia deve pagare»

Si sa, i tempi dell'informazione in italia sono lenti.

Se poi la notizia va a toccare gli interessi dei potenti, allora ci si deve rimboccare le maniche, e provare a tirare fuori noi il maltolto.

Ed ecco, quindi, che a fine del mese scorso arriva la prima condanna per il Ministero dell'Interno sui fatti di Genova 2001, e nessuno ne parla.

Non fosse stato per Gennaro Carotenuto, col cavolo che qualcuno ne avrebbe parlato.

Ed invece così è stato, ed ecco che anche l'Unità ne dà notizia.

Meglio tardi che mai…?

Vedi il bel commento di Nero

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Quale nuova composizione di classe? Un documento di Sergio Bologna

Sarà la mia fissa, ma se c'è qualcuno di cui leggo tutto quello che trovo, senza mai pentirmente, questi è indiscutibilmente Sergio Bologna, il grande "vecchio" dell'operaismo italiota. Uno dei pochi che riesce ad essere sempre sul pezzo, nonostante i suoi *anta anni, o forse proprio per questo 🙂

In occasione della MayDay 2007 il Nostro ha pensato bene di pubblicare un saggio su come affrontare, dal punto di vista della trasformazione e di chi potrebbe attuarla, la fase attuale.

Come al solito, ma c'è da dirlo, una delle cose più brillanti che si possano leggere di questi tempi.

Sotto l'incipit. 

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Pubblicità progresso

Un primo maggio passato in campagna con amici e compagni, una frotta di figli, grigliata e vino bono. Che voglio dire…

Ad un certo punto piglio il manifesto ed inizio a sfogliarlo, arrivando alle pagine dedicate alla Mayday di Milano, e dopo un po' che leggo mi rendo conto che c'è qualcosa che mi solletica, ma non riesco a capire cosa.

Mi metto a guardare bene la pagine e… eccola!!!

 

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