Con un filino di ritardo leggo un articolo sulla rivista "Collegamenti Wobbly", n. 2, luglio-dicembre 2002.
Un rapporto non semplice, com’è facile intuire, che nello stesso movimento anarchico ha portato a più posizioni, anche conflittuali tra di loro. Come da tradizione. Niente di nuovo, quindi, non fosse che a metà dell’articolo si trova il paragrafo "Col senno di poi", che così inizia:
Al di là di questa nota colorata e minoritaria, che pur aveva le sue grandi ragioni, e lo dico senza alcuna ironia, bla bla bla…
nota 8
Venne proposto dal sito-gruppo "Anarcociclismo" e l’indirizzo di riferimento sul web era "Turn-Off G8".
Ovviamente mi è venuto un tuffo al cuore, quando ho letto queste poche righe, e il deja-vu è stato spaventoso. Sia per la quantità di "ragione" che si aveva; sia nel constatare quanto il movimento non fosse pronto allora, e tanto meno oggi, a recepire stimoli di questo tipo, che andavano, e dovrebbero andare, verso la fuga dal visibile massmediatico e per la proliferazione taz-rizomatica di pratiche sovversive (e mò fatti ‘na pera!).
Come andarono le cose si sa, e dopo 5 anni si potrebbe pure iniziare a tirare le file di quella stagione. Partendo dalla constatazione, a mio avviso, che delle potenzialità di quel movimento oggi sono rimasti pochi cocci, molti de coccio e le solite, mefitiche, burocrazie più o meno di movimento.