wobbly

Con un filino di ritardo leggo un articolo sulla rivista "Collegamenti Wobbly", n. 2, luglio-dicembre 2002.

Pietro Stara vi traccia la storia del rapporto tra "movimento anarchico" italiano e "movimento noglobal".
Un rapporto non semplice, com’è facile intuire, che nello stesso movimento anarchico ha portato a più posizioni, anche conflittuali tra di loro. Come da tradizione. Niente di nuovo, quindi, non fosse che a metà dell’articolo si trova il paragrafo "Col senno di poi", che così inizia:
"Altri anarchici italiani, anche se non ben quantificabili, proposero pubblicamente di stare completamente fuori dalla kermesse giottina, e di finire allegramente e da fikkettoni sulla spiaggia di Varazze (SV)8.

Al di là di questa nota colorata e minoritaria, che pur aveva le sue grandi ragioni, e lo dico senza alcuna ironia, bla bla bla…

nota 8
Venne proposto dal sito-gruppo "Anarcociclismo" e l’indirizzo di riferimento sul web era "Turn-Off G8".

Ovviamente mi è venuto un tuffo al cuore, quando ho letto queste poche righe, e il deja-vu è stato spaventoso. Sia per la quantità di "ragione" che si aveva; sia nel constatare quanto il movimento non fosse pronto allora, e tanto meno oggi, a recepire stimoli di questo tipo, che andavano, e dovrebbero andare, verso la fuga dal visibile massmediatico e per la proliferazione taz-rizomatica di pratiche sovversive (e mò fatti ‘na pera!).

Come andarono le cose si sa, e dopo 5 anni si potrebbe pure iniziare a tirare le file di quella stagione. Partendo dalla constatazione, a mio avviso, che delle potenzialità di quel movimento oggi sono rimasti pochi cocci, molti de coccio e le solite, mefitiche, burocrazie più o meno di movimento.

 

Semplicemente compagni

E' il commento che mi è salito spontaneamente alle labbra dopo aver letto l'articolo di Guido Ambrosino sul Manifesto di ieri (stanno esagerando: con una pausa l'altro ieri, in cui hanno tirato fuori un vecchio caro giornale inutile, sono giorni che i compagni del Manifesto sono tornati a fare qualcosa che si può leggere. Chi sarà andato in ferie…) sul "blocco nero".

La cosa che mi fa ridere, però, è che si parla di quelle posizioni come se fossero cose mai viste qui da noi, quando invece non è assolutamente così (fin dagli anni '70; ma anche coi punx degli anni '80, e con molta "autonomia" degli anni '90 e poi con gli "orizzontali" nei dintorni di Genova 2001).

Ma tanté …

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Il “caso Battisti” e l’infamia della legislazione emergenziale

Hanno arrestato Cesare Battisti, addirittura in Brasile (a dimostrazione che i fascisti e i mafiosi devono poter scorrazzare; gli "estremisti di sinistra" no, ci mancherebbe…).

Con la sua cattura è riiniziata la cagnara sugli "anni di piombo", sul "terrorismo" etc etc, con tutta la sua bella consorteria di menzogne e falsità storiche, in cui predomina la sinistra, ds in testa ma rifondazione salda alle loro spalle.

Battisti sarebbe un assassino, responsabile di ben 4 omicidi e condannato a 2 ergastoli. Tutto liscio, quindi, un criminale di tal fatta non può che essere sbattuto in galera.

Ma, la cosa continua a stupirmi, sarò ingenuo, come mai nessuno si chiede per quale motivo la Francia non dia l'estradizione a questi pericolosi e, soprattutto, conclamati pazzi criminali? Come mai un assassino di quattro persone, che s'è beccato ben 2 ergastoli, non è stato estradato negli ultimi 20 anni?

Forse perché nessuno ricorda la "legislazione emergenziale", voluta, sostenuta, votata e ancor oggi rivendicata dalla "sinistra", comprese le sue componenti "estreme" (sinistra ds , comunisti italiani e rifondazione. I verdi, onestamente, non lo so) e le sue chicche democratiche come il "concorso morale"

 

 

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Turn Off G8

Primvera 2001, fervono i preparativi per il G8 di Genova. Si creano le zone rosse, e pure i gruppi si colorano (i black, i blu, i bianchi, i pink); i leader si eccitano e convocano conferenze stampa, dove si proclama e si minaccia e si annuncia.
 
Altrove, intanto… 

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Buon viaggio, Prof.

Se ne è andato, il Professore, speriamo sia un buon viaggio.

Solo ora mi rendo conto (ah, stolto che sono!), che il Prof. ha rappresentato la "colonna grafica" della mia adolescenza di giovane militonto autonomo, di giovane antagonista lombardo in via di meticciato con quella adorabile massa canaglia che è stato il movimento punx milanese di metà/fine anni '80.

Ricordo l'attesa per la nuova uscita di Decoder, il libro su Burroghs (ah!) della Shake, i tanti volantini, francobolli, schizzi e di/segni; quel tratto pieno, che per capire cosa minchia c'era dovevi concentrarti, per poi capire che no, non è vero, solo lasciandoti andare capivi davvero. O per niente, ma godevi di più.

Porcoddio, il Prof. non c'è più, e non ci si può credere.

Buon viaggio, Prof., buon viaggio.

 
 

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